Villa Borromeo - RETE CIVICA DEL COMUNE DI CASSANO D'ADDA (MI)

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Villa Borromeo - Una perla del neoclassicismo lombardo

Facciata Villa Borromeo

Giunti a Cassano d'Adda, abbandonando l'Alzaia e lasciatesi alle spalle le rapide acque del Naviglio Martesana nei pressi di Cascina Volta (chiamata probabilmente in questo modo per la forte sterzata che il corso del canale riceve in questo punto in direzione Milano) si imbocca la anonima via Tornaghi. Voltando a sinistra al successivo incrocio popolarmente detto delle Quattro strade (un tempo importante crocevia tra le direttrici del Lodigiano, del Bergamasco e del Milanese) si realizza l'inatteso e confortante incontro con Villa Borromeo, gioiello del neoclassicismo lombardo e perla tra le non poche bellezze architettoniche cassanesi.

Questo palazzo, che può considerarsi il simbolo della cittadina abbarbicata alle estreme propaggini della provincia ambrosiana, vanta una lunga e tormentata storia. Al disattento viaggiatore che si trovi ad attraversare il convulso e trafficato centro storico rischia quasi di sfuggire la vista dell'elegante edificio settecentesco che, quasi a fatica, si fa strada nella schiera di modeste costruzioni che incanalano via Veneto, l'infelice tratto cittadino della Strada Padana Superiore. La mancanza di una immediata panoramica prospettiva, conferita da un lungo viale o da un ampio piazzale (come nello stile architettonico dei palazzi patrizi del XVIII secolo), rende necessaria per ammirarla degnamente, una sosta. La miglior postazione per gustarla appieno è, forse, proprio ai piedi dell'imponente cancellata in ferro battuto; qui, dove più smorzate giungono le distrazioni del traffico , finalmente si viene catturati dalla maestosa bellezza della sua struttura e pare quasi che la recentemente ritrovata freschezza delle sue nobili linee voglia intrattenere l'ignaro osservatore, facendolo partecipe della storia della sua lunga esistenza.

Tutto ebbe inizio nel 1781, quando Giovanbattista D'Adda, investito del feudo di Cassano ed alla ricerca di una dimora degna di tanto titolo, incaricò il celebre architetto Giuseppe Piermarini (autore di capolavori quali il Teatro alla Scala di Milano e la Villa Reale di Monza), di realizzare una nuova residenza, rimaneggiando la preesistente struttura barocca opera di Francesco Croce ( che ancora sopravvive nella facciata posteriore del palazzo). L'abbinamento tra barocco e neoclassico, non infrequente nel milanese, ha così contribuito alla nascita di una tra le più pregevoli fabbriche architettoniche italiane. Lo scorrere delle vicende storiche dei convulsi anni dei secoli XVII e XVIII, gli stravolgimenti politici, le furiose battaglie che interessarono Cassano e il suo territorio, sembrarono relegare in secondo piano il palazzo dei marchesi D'Adda. Sovrani e ufficiali, che si trovarono a battagliare nel cassanese e nella Gara preferirono per i loro incontri diplomatici o bellici il vicino Palazzo Sannazzari ( oggi Villa Brambilla ), che ebbe l'onore di ospitare Napoleone I (che tuttavia fu in palazzo D'Adda nel 1607 con Gioacchino Murat), Napoleone III e il primo re d'Italia Vittorio Emanuele II. Nel 1879, con la morte del marchese Vitaliano, il titolo nobiliare e, conseguentemente, la prestigiosa residenza passarono alla famiglia Borromeo che dimorò a Cassano fino ai primi decenni del secolo XX, dando un nuovo nome al palazzo.

Il giardino della villa

Le alterne sorti delle vicende umane e finanziarie dei nuovi proprietari si riflessero, dopo il secondo conflitto mondiale, in un progressivo stato di abbandono e di incuria dell'edificio. Passata la buia parentesi bellica, durante la quale Villa Borromeo, per volere dei comandi tedeschi e delle autorità della effimera Repubblica Sociale, venne improvvisata a scuola, si assistette ad una incuria sempre più intollerabile, che sfociò nello smembramento delle sue austere sale in tanti piccoli appartamenti destinati dapprima ad ospitare autorità locali (come il pretore) e poi ad essere occupati da decine di inquilini ignari dell'artistico rilievo del luogo. I successivi passaggi di proprietà furono le cause di un ulteriore degrado che per anni offuscò l'originario splendore della settecentesca dimora. Solo alla fine degli anni Ottanta si registrò l'inizio di una ormai indifferibile opera di recupero e ristrutturazione. Villa Borromeo, di proprietà privata, è oggi un centro di congressi, meeting e cerimonie, non disdegnando talora la funzione di set per produzioni cinematografiche o spot pubblicitari. Nel 1986 le poste italiane hanno celebrato il palazzo cassanese dedicandogli un francobollo della apprezzata serie "Ville d'Italia".

Marco Galbusera